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Nomen omen per le “Note al Parco”
Casagrande... in una piccola sala
di Massimo Di Gesu


Rita Casagrande
 
Rita Casagrande
 
Rita Casagrande
 
Rita Casagrande
Rita Casagrande
Non deriva da questa apparente inconciliabilità di termini lo stupore rinnovatosi l'11 maggio nella Sala delle Colonne di Villa Mirabello in occasione del secondo appuntamento della rassegna 'Note al Parco', bensì dal godimento estetico di cui questo accostamento è stato sinonimo.
Rita Casagrande è infatti la chitarrista che per oltre un'ora ha polarizzato l'attenzione del folto pubblico che nella mattina di domenica scorsa ha gremito la suggestiva sede, e che ha deliziato i suoi ascoltatori con la proposizione di un programma tanto variegato quanto intenso.
Il concerto in questione s'è aperto con la Fantaisie Hongroise op.65 N° 1 di Johann Kaspar Mertz, interessante esempio di come nel centro Europa di metà '800 gli echi dell'Est-europeo -gli stessi che si trasfigurarono nelle pirotecnie del pianismo lisztiano o negli ardimenti metrici di Brahms- avessero influenzato anche il repertorio chitarristico (nel Mertz con connotazioni più coloristicamente evocative che linguisticamente dirompenti).
All'eleganza di questa esecuzione seguiva il garbo di Mario Castelnuovo Tedesco, di cui si è ascoltata una spumeggiante Tarantella.
Poi la bolognese Casagrande, tuttora allieva dell'Accademia Regondi ma dal già pluri-blasonato curriculum accademico-artistico, ha continuato a dar prova della sua ammirevole versatilità nel dipingere differenti ambientazioni sonore con l'intepretazione delle multicolori Five Bagatelles del sagace William Walton , fra i massimi autori del '900 musicale britannico.
Nella seconda parte del concerto l'esuberanza virtuosistica si forgia al fuoco di una superiore temperatura espressiva nelle vibranti atmosfere del cubano Leo Brouwer , che con El Decameron Negro tocca apici di un virtuosismo descrittivista che eguagliano in seduzione solo l'ardore che traspare dalle aeree strutture di cui quelli sono funzione. Strutture da cui la perizia strumentale di Rita Casagrande distilla avvincenti narrazioni sonore (specie nelle avviluppanti volute de 'La fuga degli amanti per la valle degli echi') che decisamente conquistano l'entusiasta pubblico.
Ammirevole anche l'attenzione che la solista tributa alla musica d'oggi, rivelata in tutta la sua fecondità nella nitida esecuzione di Contrasti, lavoro del bergamasco Giovanni Podera, le cui asperità retoriche del titolo vengono abilmente incanalate in una discorsività di convincente scorrevolezza.
Ma il favore tributato a questa interpretazione non fa che da preludio al culmine del concerto rappresentato dal conclusivo Invocaciòn y danza di Joaquin Rodrigo, l'autore del notissimo Concierto de Aranjuez. Qui il gesto virtuosistico si informa più che mai della tensione espressiva che lo strumento della musicista bolognese fa risuonare con trascinante generosità a beneficio di un uditorio ormai in visibilio. Davanti a tanta acclamazione, irrinunciabile è stato il corollario di un gustoso bis a firma Manuel Maria Ponce (Canzone Messicana N° 1).
 
Quindi, ad ulteriore chiosa del concerto della Casagrande non si può che auspicare che il suo nome possa divenire buon auspicio per un'espansione di questa iniziativa musicale del Comitato per il Parco in ambienti più ampli (sempre nell'ambito della Villa Mirabello) di quelli finora ad esso 'accordati': si avrebbe così la doppia opportunità di onorare la memoria del Cardinal Durini, munifico e lungimirante benefattore delle arti -egli stesso letterato- che nella Villa Mirabello risiedette per lunghi anni, nonché quella di offrire a Monza un'altra sede concertistica degna della -provvidenzialmente fervida- domanda di eventi di pregio... quale è testimoniata dal successo che ha finora salutato la rassegna 'Note nel Parco'.
[L'ultimo concerto di questa prima serie si terrà domenica 18 maggio alle 11.00 sempre presso la Sala delle Colonne: protagonista del recital sarà Gianluca Maccarrone].

Massimo Di Gesu



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  14 maggio 2003